Da un nostro controllo di due servizi di ricezione dei dati certificati è emerso che l'attuazione della verifica nascosta automatizzata delle fatture di tipo DRG procede, per ragioni tecniche, più lentamente del previsto.
Nell'anno in rassegna abbiamo controllato i servizi di ricezione di dati per le fatture di tipo DRG (diagnoses related groups) presso due assicuratori-malattie. Da questi controlli è emerso che solo un'esigua parte delle fatture - comprendente tutte le informazioni necessarie, in particolare i dati medici - era stata consegnata ai servizi di ricezione dei dati in forma elettronica. La principale ragione del ritardo è, per quanto ci è dato sapere, l'introduzione tardiva della registrazione standardizzata nei sistemi che gli ospedali utilizzano per la fatturazione.
Nel corso di un controllo del servizio di ricezione dei dati di un grande assicuratore malattie abbiamo così avuto modo di constatare che quest'ultimo era pronto per una verifica nascosta automatizzata delle fatture di tipo DRG, ma poteva effettuarla soltanto in modo molto limitato a causa del grande numero di fatture ricevute in forma cartacea. Tale assicuratore ha tuttavia anche fatto certificare i processi e i sistemi che sono necessari per il trattamento delle fatture cartacee di tipo DRG. Questo significa che soddisfa i requisiti relativi a un servizio di ricezione dei dati certificato.
In un altro controllo presso un assicuratore-malattie di media grandezza abbiamo invece constatato che, confidando sull'introduzione nei tempi previsti del formato elettronico, questi aveva tralasciato di fare certificare i suoi processi di trattamento delle fatture cartacee di tipo DRG. Durante il controllo l'assicuratore-malattie era sempre determinato a rinunciare alla certificazione del processo in versione cartacea, perché intendeva rifiutare tutte le fatture su carta dal 1° gennaio 2014. Questa scelta era stata tra l'altro suggerita dal fatto che per l'esecuzione delle verifiche nascoste automatizzate l'assicuratore collabora con un fornitore di servizi che, perlomeno al momento del controllo, voleva espressamente trattare soltanto fatture elettroniche.
Nel frattempo questi piani si sono rivelati pressoché inattuabili, visto che alla fine del 2013 la quota di fatture elettroniche era ancora ben al di sotto del 50 per cento. A nostro avviso, c'è soltanto una soluzione per questo e per gli altri assicuratori che non lo hanno ancora fatto: fare certificare il processo cartaceo dei servizi di ricezione dei dati. A parte questo, non ci è stato possibile accertare la proporzione delle fatture trasmesse all'assicuratore dopo la verifica nascosta automatizzata, perché il numero di fatture elettroniche trattate dal servizio di ricezione dei dati era, come spiegato in precedenza, troppo basso.