Videosorveglianza nel vicinato

 
 

Videosorveglianza nel
vicinato

Il mio vicino ha installato una videocamera. È autorizzato a farlo? Deve chiedermi il permesso?

Di regola le videocamere sono installate per scopi di sicurezza. Una persona può giustificarne l’utilizzazione facendo valere un interesse privato preponderante a condizione tuttavia che rispetti i principi relativi al trattamento dei dati. Se la videocamera filma una zona che normalmente non è utilizzata esclusivamente dalla persona che l’ha installata, l’interesse delle altre persone suscettibili di essere filmate dev’essere considerato nel quadro della ponderazione degli interessi. 

Il vicino (oppure l’amministrazione immobiliare o il locatore) che ha intenzione di installare una videocamera al fine di sorvegliare una zona o un locale utilizzato da una certa cerchia di persone, quali il garage o la lavanderia, deve consultare dapprima tutte le persone che utilizzano tale zona o locale. Soltanto mediante il loro coinvolgimento diretto sarà possibile trovare una soluzione proporzionata che tenga conto di tutti gli interessi. 

Anche se la videocamera dovesse in primo luogo sorvegliare unicamente il fondo del vicino e non un’area utilizzata in comune, voi potreste essere direttamente interessati da tale videosorveglianza a seconda dell’orientamento della videocamera o di altre circostanze (p. es. se avete un diritto di passo). Se la videocamera non può essere installata in altro modo e voi figurate potenzialmente nella sua area di ripresa, il vicino deve prima consultarvi.


Sono confrontato a una situazione di videosorveglianza: quali sono i miei diritti?

Se supponete di essere filmati dalla videocamera installata dal vicino, vi consigliamo di parlare con lui. Mediante una richiesta di accesso ai dati potrete essere messi al corrente sulla vostra presenza o no nelle riprese effettuate, sullo scopo di tale videosorveglianza, sulla durata di conservazione delle riprese e su chi ha accesso alle stesse (art. 25 LPD). Avete inoltre il diritto di visionare immagini o estratti di filmati in cui figurate e di esigerne un’eventuale cancellazione. Se ritenete che la videosorveglianza non rispetti i principi relativi alla protezione dei dati e che la vostra personalità ne risulti lesa, potete chiedere al vostro vicino di cancellare le riprese e di adattare l’angolo di ripresa o l’ubicazione della videocamera.


Il mio vicino ignora le mie pretese. Come posso farle valere?

Se non si riesce a trovare una soluzione soddisfacente, potete adire le vie legali secondo l’articolo 32 capoverso 2 LPD. Mediante un’azione civile di cui all’articolo 28 del Codice civile potete pretendere la cancellazione dei dati, la constatazione dell’illiceità della videosorveglianza, la cessazione o l’adeguamento della sorveglianza e, all’occorrenza, il risarcimento del danno o l’indennità per torto morale. 


Posso annunciare la controversia con il mio vicino al mio Comune di domicilio?

L’installazione di videocamere a scopo di sorveglianza presso il proprio fondo non necessita di alcuna autorizzazione speciale (nemmeno da parte dell’IFPDT). Vi sono Comuni che dispongono di un servizio di protezione dei dati con l’offerta di consulenze inerenti a domande sulla videosorveglianza da parte di privati che invade anche il suolo pubblico e a rispettive conciliazioni. Potete informarvi presso l’amministrazione comunale per sapere se questi servizi sono offerti presso il vostro domicilio. 

Posso denunciare il mio vicino alla polizia?

Il Codice penale vieta 

  • la registrazione di conversazioni non pubbliche (art. 179bis-ter CP); può essere il caso di registrazioni eseguite ad esempio con il cellulare o con una videocamera fissa con audio presso l’abitazione;
  • riprese fotografiche che rientrano nella sfera segreta di una persona (art. 179quater CP). La nozione di sfera segreta è interpretata in senso restrittivo.È il caso ad esempio di immagini di camere da letto o di sale da bagno. Se la vostra situazione riguarda una o due di queste fattispecie potete anche sporgere denuncia penale presso la polizia. 

In tutti gli altri casi i problemi di videosorveglianza costituiscono fattispecie di diritto civile. Vi consigliamo di parlarne dapprima con il vostro vicino. Se non riuscite a trovare un’intesa potete adire le vie legali descritte proponendo un’azione civile. 

Come si svolge concretamente questa procedura giudiziaria?

Dovete in primo luogo presentare una domanda di conciliazione presso l’autorità di conciliazione del tribunale distrettuale (denominato anche pretura) o circondariale competente presso il vostro luogo di domicilio. Potete informarvi sulle formalità telefonicamente o sul sito Internet del foro competente. Nell’ambito di un’udienza di conciliazione si cerca di trovare un accordo tra le parti.

Se non si giunge a un accordo ricevete un’autorizzazione ad agire in giustizia proponendo azione presso il foro civile. Non siete tenuti a ricorrere a un avvocato ma potete farlo. Per i procedimenti dovuti a controversie riguardanti la LPD non vengono prelevate spese processuali. Dovranno invece essere assunte le eventuali spese d’avvocato.


 

 

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Ultima modifica 24.07.2024

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