Diversi assicuratori malattie si sono rivolti direttamente per lettera ad assicurati che seguono una determinata prescrizione medica indicando loro medicamenti più convenienti dello stesso tipo. Pur se tale modo di procedere può sembrare logico considerata la pressione dei costi nel settore sanitario, esso costituisce però una violazione della protezione dei dati.
In seguito alla segnalazione del rappresentante legale di una casa farmaceutica, abbiamo svolto accertamenti dei fatti presso vari assicuratori malattie. Il rimprovero era di utilizzare dati personali di assicurati che seguono una certa prescrizione medica per segnalare a questi ultimi per scritto medicamenti più convenienti che avrebbero potuto fare al caso loro.
Le casse malati operanti nel settore dell'assicurazione malattie obbligatoria sono considerate organi federali poiché eseguono un compito pubblico della Confederazione. Per loro vale quindi il principio di legalità: hanno il diritto di trattare dati personali se ne esiste una base legale; possono trattare dati personali degni di particolare protezione soltanto se lo prevede esplicitamente una legge in senso formale. La legge federale sull'assicurazione malattie sancisce a quali scopi gli assicuratori malattie possono trattare dati personali, anche degni di particolare protezione. Vantare direttamente determinati medicamenti non rientra negli scopi di trattamento previsti dalla legge e costituisce pertanto una violazione della protezione dei dati.
A seguito del nostro intervento, quasi tutti gli assicuratori malattie che effettivamente avevano svolto siffatte operazioni di marketing, hanno smesso questa pratica. Con una cassa malati abbiamo dovuto tenere una riunione chiarificatrice avvalendoci del responsabile dell'Ufficio federale della sanità pubblica. Dopo di che, anch'essa ha rinunciato a questo genere di marketing.