Videosorveglianza da parte di persone private

Videosorveglianza da parte di persone private

Quando i privati possono installare la
videosorveglianza?

La videosorveglianza è sempre più presente nella nostra vita quotidiana: sia al ristorante, nei centri commerciali o nei vani comuni di un’abitazione plurifamiliare, sia con dei droni o dei dashcam. Chi filma le persone lasciando che siano identificabili elabora dati personali e deve perciò rispettare la legge sulla protezione dei dati. Spesso vi sono lacune riguardo all’informazione trasparente delle persone interessate.

Per l'esercizio di una videosorveglianza conforme alla protezione dei dati devono essere rispettate le regole seguenti:

1. Il campo di ripresa dev'essere limitato al proprio fondo. Devono esservi pertanto esclusi i fondi confinanti oltre che i luoghi pubblici (ad es. marciapiedi).

2. L'esercizio di un impianto di videosorveglianza dev'essere giustificato. Spesso le motivazioni addotte per tale esercizio sono la sicurezza di persone o la protezione di oggetti (interesse privato preponderante).
Va tenuto presente che non sempre le scene filmate sono chiare. Il tribunale decide nel singolo caso se ammettere quali mezzi di prova immagini riprese da impianti di videosorveglianza privati.

3. La videosorveglianza dev'essere proporzionale e opportuna. Ciò significa che la violazione della sfera privata delle persone filmate dev'essere ragionevolmente proporzionale allo scopo. Possono quindi essere rilevati soltanto i dati necessari per raggiungere lo scopo. Inoltre, le immagini possono essere conservate solo per il tempo effettivamente necessario a raggiungere lo scopo della videosorveglianza (di solito 24 ore). Rispetto alla videosorveglianza occorre prediligere i provvedimenti che incidono in misura minore sulla vita privata degli interessati, quali serrature supplementari, rafforzamento delle porte d'ingresso o sistemi d'allarme.

4. La videosorveglianza dev'essere trasparente, ossia chiaramente riconoscibile. Le persone interessate devono essere informate sul fatto che vengono filmate prima di entrare nel campo di ripresa.

5. Il numero delle persone munite di accesso alle immagini videoregistrate (live o memorizzate) deve essere il più ridotto possibile (sicurezza dei dati e proporzionalità).

6. Occorre inoltre distinguere se la finalità perseguita con la videosorveglianza necessita di riprese live o se è sufficiente valutare i dati video memorizzati nel caso in cui accada veramente qualcosa. In quest'ultima circostanza non sarà possibile visionare le immagini senza addurre validi motivi.

7. Le riprese video possono essere pubblicate soltanto se le persone che vi figurano hanno previamente acconsentito (diritto alla propria immagine). Le immagini che ritraggono reati vanno trasmesse alle autorità di perseguimento penale. Chi inserisce personalmente online materiale di videosorveglianza allo scopo di far perseguire i presunti autori o di stigmatizzarli agisce illegalmente.

8. Se i dipendenti vengono ripresi durante la videosorveglianza, devono essere rispettati anche i requisiti del diritto del lavoro. La videosorveglianza permanente sul posto di lavoro è generalmente vietata.

Suggerimenti per i responsabili

  • Prima di installare le telecamere, verificare se le telecamere sono adatte a soddisfare gli scopi di sicurezza e se non sono possibili altre misure meno invasive, ad esempio sistemi di allarme, porte, rilevatore di movimento con sistema di illuminazione ecc.
  • Verificare chi sarà normalmente interessato dalla videosorveglianza e consultarlo per assicurarsi che i suoi interessi siano presi in considerazione.
  • Quando si scelgono le telecamere, verificare gli aspetti tecnici (ad es. luogo di archiviazione, autorizzazioni, durata dell'archiviazione) e le possibili impostazioni di protezione dei dati (ad es. filtri per la privacy). Se le telecamere sono dotate di un microfono integrato, verificare se questo può essere disattivato prima dell'installazione. 
  • Quando si sceglie la posizione in cui montare la telecamera, assicurarsi che l'area di registrazione sia limitata all'oggetto protetto. Se necessario, installare una barriera fisica per limitare l'angolo di ripresa della telecamera. 
  • Le informazioni sulla videosorveglianza devono essere fornite mediante un cartello ben visibile. Se non è già chiaro dalle circostanze, il cartello dovrebbe anche indicare chi è responsabile della videosorveglianza, ovvero dove le persone interessate possono esercitare i loro diritti, ad esempio ottenere informazioni sui dati raccolti. 
  • L'installazione di videocamere per sorvegliare la propria proprietà non è regolamentata dalla legge edilizia né richiede un'autorizzazione speciale (nemmeno da parte dell'IFPDT).

Suggerimenti per le persone interessate

La trasparenza delle informazioni è di fondamentale importanza perché il legislatore prevede il rimedio legale dell'azione civile in caso di violazione della personalità: Le persone interessate devono difendersi da una violazione della privacy. Solo se sono a conoscenza della videosorveglianza possono fare qualcosa. 

  • Se ritenete di essere ripresi da una telecamera installata, dovete presentare una richiesta di informazioni (scritta) alla persona responsabile. Nel farlo, potete chiedere se ci sono registrazioni video che vi riguardano, a quale scopo viene utilizzata la videosorveglianza, per quanto tempo vengono conservate le registrazioni e chi ha accesso alle registrazioni (art. 25 LADP). Potete anche chiedere che vi vengano messe a disposizione le immagini o i filmati contenenti le registrazioni che vi riguardano.

Se siete effettivamente inclusi nelle registrazioni e non siete d'accordo, potete chiedere al responsabile di cancellare le registrazioni e, se necessario, di modificare l'angolo di registrazione o la posizione della telecamera. Si consiglia di contattare innanzitutto il gestore dell'impianto e di richiedere la cancellazione delle immagini e, se necessario, la modifica dell'angolo di registrazione o della posizione della telecamera.

  • Se non si trova una soluzione soddisfacente, è possibile ricorrere a un'azione legale ai sensi dell'art. 32 cpv. 2 LADP. Potete chiedere la cancellazione dei dati, la dichiarazione di illegittimità della videosorveglianza, la cessazione o l'adeguamento della sorveglianza e, se necessario, il risarcimento dei danni o la soddisfazione. 
  • Per i procedimenti relativi a controversie ai sensi della legge sulla protezione dei dati non sono previste spese giudiziarie (dall'1.9.2023). Tuttavia, ciò non vale per le spese legali.
  • L'azione è disciplinata dall'art. 28 del Codice civile e inizia con un tentativo di conciliazione presso un'autorità arbitrale o un giudice di pace. Come primo passo, è necessario presentare una richiesta di conciliazione al tribunale competente (cantone/distretto). Informatevi sulle formalità di tale presentazione telefonando o consultando il sito web del tribunale civile competente (tribunale del vostro luogo di residenza).
  • Si cercherà quindi di trovare una soluzione nel corso di un'udienza. Se non è possibile raggiungere un accordo, riceverete un'ordinanza del tribunale e potrete presentare un reclamo al tribunale civile. 
  • Non siete obbligati a farlo, ma potete naturalmente consultare un avvocato. 
  • Di norma, la polizia non è responsabile della videosorveglianza privata, ma solo se la videosorveglianza coinvolge il suono o riguarda aree segrete o intime. Se questo si applica alla vostra situazione, potete anche presentare una denuncia penale alla polizia. In tutti gli altri casi, la videosorveglianza è una questione civile e non di competenza della polizia. 
  • Ci sono comuni i cui uffici per la protezione dei dati offrono consulenza o mediazione per questioni o controversie riguardanti la videosorveglianza da parte di privati che interessano la proprietà pubblica. Il comune potrebbe anche aiutarvi a trovare un accordo. Può valere la pena di informarsi almeno presso l'autorità locale. 

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Ultima modifica 24.07.2023

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